martedì 17 maggio 2011

Pasqua Lunedì IV settimana



Prima lettura

At 11,1-18
Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. Io dissi: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Nuovamente la voce dal cielo riprese: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell’istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l’angelo presentarsi in casa sua e dirgli: “Manda qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia”. Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo”. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
All’udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».

Parola di Dio



Salmo responsoriale

Sal 41 e 42
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.


Canto al Vangelo (Gv 10,14)
Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.

Vangelo

Gv 10,11-18
Il buon pastore dà la vita per le pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse:
«Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Parola del Signore

Commento
Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Gesù, ai semplici, a quelli che piangono, ai miti, a quelli che hanno fame e sete di giustizia, ai misericordiosi, a chi è senza malizia, a chi è propenso a pacificare, ai peseguitati, a chi riceve insulti, a chi è stato accusato ingiustamente, a tutti questi che sono considerati dal mondo come idioti, dirà proprio a queste persone, che non sono stimate, perché non sono cattivi come li vuole il mondo, voi sarete beati, perché Dio è con voi! Io sono con voi! Ritenetevi beati quando gli altri vi rifiutano! Ecco che Gesù diventa il loro pastore, ascoltano le parole di Gesù e si sentono a loro agio, riconoscono la voce del pastore, Lui è l’unico a soddisfare quello che c’è nel loro cuore, la pace, il desiderio di amare, loro si riconoscono nelle parole del pastore Gesù, lui parla al loro cuore di pace e di amore, si riconoscono nelle sue parole, lo aspettavano da tempo e per questo che in Gesù, pastore buono, trovano la pace, Mt 11,28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Queste parole le sentono proprie, sanno che signoficato hanno, loro si aspettavano il pastore di pace, il loro cuore lo esigeva, ed ora lo hanno trovato. Questi pagani che cercavano la risposta alle loro attese, con Gesù questa attesa è appagata. L’anima che cercava Cristo, dopo averlo trovato potrà dire con il Salmo 41: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? Gesù è il pastore di ogni uomo, anche chi è considerato pagano, perché “conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. Tutte queste pecore faranno un solo gregge. I pagani erano considerati impuri, quindi non graditi né a Dio e né agli uomini, Pietro mosso dallo Spirito Santo, è invitato a non considerarli più impuri e da evitare, ma anche essi sono chiamati a far parte del popolo santo di Dio.




COMMENTO AL VANGELO
Sant’Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Tunisia) e dottore della Chiesa
Trattato sul Vangelo di Giovanni, 45
« Se uno entra attraverso di me, sarà salvo »


“In verità, in verità vi dico: Io sono la porta delle pecore”. Ecco che Gesù ci ha aperto quella porta che era chiusa quando ce l'aveva indicata. Egli stesso è la porta. Prendiamone atto, entriamo, e rallegriamoci di essere entrati.
“Tutti coloro che sono venuti sono ladri e predoni”... ; ben inteso “prima di me”. Riflettiamo. Prima di lui sono venuti i profeti: forse che erano ladri e predoni? Certamente no; non erano venuti prima di lui, poiché erano venuti con lui. Colui che doveva venire mandava innanzi a sé gli araldi, e possedeva il cuore di coloro che mandava... “Io sono - ha detto - la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6). Se egli è la verità, quelli che sono stati veraci sono venuti con lui. Tutti quelli invece che sono venuti al di fuori di lui sono stati ladri e predoni, cioè sono venuti per rubare e uccidere. “Ma le pecore non li hanno ascoltati”.
Vennero i giusti che credevano in lui venturo, come noi crediamo in lui che è venuto. I tempi sono mutati, ma non è mutata la fede... La stessa fede congiunge gli uni e gli altri: quelli che credevano in lui venturo e quelli che credono in lui che è venuto. Sia pure in diversi tempi, vediamo entrare gli uni e gli altri per la stessa porta della fede, cioè per Cristo... Tutti quelli che allora credettero ad Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, e a tutti gli altri patriarchi e profeti che preannunciavano il Cristo, erano pecore che ascoltavano la voce di Cristo; non hanno ascoltato la voce di estranei, ma la sua.