martedì 14 giugno 2011

Amore

Nel greco antico i termini utilizzati per definire i vari sensi con cui attualmente si usa la parola "amore" sono in maggior numero e perciò più precisi, rispetto alle molte lingue moderne.
·        Agape (αγάπη) è amore incondizionato, non ricambiato, dare la vita.
·        Philia (φιλία) è l'amore di affetto, di cui ci si aspetta un ritorno, ad esempio tra amici.
·        Eros (έρως) è l'amore sessuale.
·        Anteros (αντέρως) è l'amore sessuale corrisposto.
·          Himeros (μερος) è la passione del momento, il desiderio fisico presente ed immediato che chiede di essere soddisfatto.
·        Pothos (πόθος) è il desiderio verso cui tendiamo, ciò che sogniamo.
·        Stοrge (στοργή) è l'amore d’appartenenza, ad esempio tra parenti e consanguinei.
·        Thelema (θέλημα) è il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare.
·          Eleos (λεος) è la pietà, la misericordia e la compassione.
·          ahav (אַהַב) è "affetto" e "favore"
·          Chesed (חֶסֶד) è "affetto", "compassione" e "tenerezza".
Anche nel greco antico non è comunque possibile tenere i vari sensi ben separati e così troviamo agape talvolta con lo stesso significato di eros, e il verbo agapao con lo stesso significato di phileo (come nella Bibbia della LXX).
Àgape o agàpe significa amore fraterno, disinteressato. È stato usato in ambito ebraico e poi da altri autori medievali, soprattutto neoplatonici, per esprimere l'amore verso un coniuge, la famiglia, o una particolare attività, a differenza della philia, sentimento di amicizia di carattere generalmente non sessuale, e in contrasto con eros, l'attrazione carnale.
Non è quindi solo un sentimento, ma anche una virtù, uno stato spirituale, un dono di Dio, una grazia. Viene tradotta con carità.

Nel cristianesimo

L'agape per i cristiani delle origini era il banchetto comunitario, la comunione, e più in generale il legame attuato nel riunirsi in una comunità umana unita dall' amore fraterno. Indica amore spirituale, come superamento dell’eros che è l'amore di attrazione tra uomo e donna. Mentre in Platone l'eros è un amore di tipo ascensivo, animato dalla bramosia di possedere l'oggetto amato, vissuto come esigenza di completamento e bisogno di appropriarsi di ciò che a noi manca, l’agape è la risposta di Dio a un tale desiderio, e consiste nella scoperta apparentemente paradossale che solo nel dono di sé l’eros può approdare alla meta tanto anelata, giungendo a infinita e totale soddisfazione.
Nella Bibbia e, in particolare nel Nuovo Testamento, la parola è usata infatti non in contrapposizione con l'amore "umano", ma come completamento e sublimazione dello stesso. L'Agape è infatti per i cristiani il vertice più alto dell'amore, il punto in cui la filosofia culmina nella religione, quando dopo aver percorso l'ascesi filosofica ha inizio il cammino inverso, per rendere partecipi gli altri uomini della Verità appena raggiunta. L’Agape è quindi l'amore gratuito, di colui che dona tutto sé stesso all'altro o agli altri senza prevedere o pretendere nulla in cambio, ed è perciò incondizionato e assoluto.
« L'amore (γπη) è paziente, è benevolo; l'amore (γπη) non invidia; l'amore (γπη) non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore (γπη) non verrà mai meno. »   (1Cor 13,4-8.)