venerdì 13 maggio 2011

Pasqua Giovedì III settimana


Prima lettura

At 8,26-40
Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etíope, eunùco, funzionario di Candàce, regina di Etiòpia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaìa.
Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaìa, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.
Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:“Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”.
Rivolgendosi a Filippo, l’eunùco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù.
Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunùco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò.
Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunùco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.

Parola di Dio


Salmo responsoriale
Sal 65
Acclamate Dio, voi tutti della terra.
Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.

Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.


Canto al Vangelo (Gv 6,51)
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.

Vangelo
Gv 6,44-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore

Commento
Lo Spirito Santo anima la Chiesa, la invia nei luoghi più impensati, la rende sfidante del pericolo, del dolore e della morte. Sa che la sua missione è quella di portare a tutti la parola di speranza, che è il Vangelo, anche chi è considerato impuro o diverso, come un Etíope, eunùco, funzionario di Candàce, regina di Etiòpia, un pagano e quindi un rifiuto umano per gli ebrei, ma non per Gesù. Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo mi escluderà il Signore dal suo popolo!». Non dica l'eunuco: «Ecco, io sono un albero secco!». Poiché così dice il Signore: «Agli eunuchi, che osservano i miei sabati, preferiscono le cose di mio gradimento e restano fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un posto e un nome migliore che ai figli e alle figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato». (Isaia 56,3-5)  Gesù dice qualcosa di simile nel vangelo di Matteo: «Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca» (Matteo 19,12) È stato un passo audace per Filippo! Agli eunuchi non era permesso di entrare nei templi, non potevano ascoltare le scritture insegnate dagli altari. La Parola di Dio non era per loro! Ma quel giorno Dio guidò Filippo perché portasse il Vangelo a chi era stato escluso fino ad allora. Gli altri, al tempo di Filippo, non sarebbero stati d’accordo con l’accettazione dell’eunuco, così come ancora oggi molte chiese tradizionali rifiutano di accettare gay e lesbiche. Ma Filippo sapeva esattamente cosa intendeva Gesù quando diceva: “chiunque…”.
Gli uomini e le donne hanno fame di speranza, di sentirsi amati, di non sentirsi soli nel dolore, nella malattia e nella morte. Tutto questo è offerto da Gesù, che non può mancare assolutamente nella nostra vita.
Gesù, durante il discorso che segue la moltiplicazione dei pani e dei pesci nel vangelo di Giovanni, discorso pieno di incomprensione e di teologia, parla di un pane "altro" capace di saziare la fame di senso e di bene che portiamo nel cuore. E parlando di questo pane, lentamente, comincia a delinearsi la figura di un nuovo pane del cammino, un pane che avrà la forza della manna, ma pieno di una nuova presenza, quella del Signore Gesù. Giovanni e i discepoli del Signore hanno chiaramente visto in queste parole un'allusione diretta all'istituzione dell'eucarestia, e quello della sua parola entrambi sono il pane di Dio. Gesù dice che chi crede ha la vita eterna. Gesù, ci porta a fare un'esperienza totalizzante di bene e quindi di Dio, ci conduce alla pienezza della vita. Per il credente l'eternità è già cominciata, non è un ipotetico "dopo" da conquistare, ma un "oggi" da scoprire e da vivere. La fede ci permette di superare ogni difficoltà che la vita ci pone davanti  senza cedimenti. Chiediamo al Signore di darci il pane della sua parola, del suo insegnamento, della sua presenza, per fare sin d'ora l'esperienza di totalità e di luce che solo chi scopre Dio può fare.