giovedì 9 giugno 2011

Mercoledì della VII settimana di Pasqua


Prima lettura

At 20,28-38
Vi affido a Dio, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità.
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio.
Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi.
E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati.
Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”».
Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.

Parola di Dio


Salmo responsoriale

Sal 67
Regni della terra, cantate a Dio.

Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.

Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore,
a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni.
Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
Riconoscete a Dio la sua potenza.

La sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio!

Canto al Vangelo (Gv 17,17)
Alleluia, alleluia.
La tua parola, Signore, è verità:
consacraci nella verità.
Alleluia.

Vangelo

Gv 17,11-19
Siano una cosa sola, come noi.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Parola del Signore



Commento
Esiste un sottile equilibrio, per i discepoli, fra il mondo e la fede. Il mondo, cioè la realtà in cui siamo nati, la nostra quotidianità, le cose create, è l'unico luogo in cui possiamo incontrare Dio. In san Giovanni, spesso, la parola "mondo" è usata in senso negativo: il mondo non riconosce il Verbo di Dio, respinge la notizia del vangelo. Nella storia della Chiesa si è assistito ad una specie di svalutazione del mondo, come se il mondo, in sé, fosse una cosa negativa. Gesù, invece, ha un approccio molto diverso: Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito. Il mondo è una realtà da amare, come Dio ha amato, ma senza ingenuità. Ci sono delle logiche "mondane", istintive, che contrastano con la novità del vangelo: è bene esserne consapevoli! Il cristiano, quindi, si trova a vivere in questa curiosa situazione: appartiene al mondo e tutte le contraddizioni del mondo lo abitano, eppure vive in maniera diversa, perché il vangelo ha cambiato il suo modo di vedere le cose. È struggente la scena dell'addio agli anziani di Mileto in cui compare un umanissimo e turbato san Paolo: i sentimenti autenticamente umani ci innestano nella tenerezza infinita del Padre…